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Attività  del governo M5S-Lega
(schede tematiche)  


Scheda Quota 100 - Decreto Legge 28 marzo 2019 n. 26

Edizione 1 - aggiornamento 13 maggio 2019 con Approfondimenti

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Quota 100 insieme al Reddito di Cittadinanza e alla Pensione di Cittadinanza è una delle misure bandiera del governo M5S-Lega: Quota 100 lo è in particolare per la Lega (Lega Nord nel 2011 non ha votato la riforma Fornero). Nata come abolizione della riforma Fornero (Contratto di Governo, capitolo 17 pag. 33), Quota 100 si è ridotta alla revisione di alcuni suoi aspetti, con una platea ben definita di potenziali beneficiari e adottata in via sperimentale solo per i tre anni 2019-2021.  

In questa scheda diamo le informazioni essenziali. Per ulteriori dettagli rimandiamo agli Approfondimenti.

 

1. Aspetti principali di Quota 100

2. Cabina di regia e stato dell’attuazione

3. Principali temi del dibattito politico su Quota 100

 

1. Aspetti principali di Quota 100 (Q100)

Q100 è una misura di pensionamento anticipato rispetto all’innalzamento dell’età  per la pensione imposta con la riforma Fornero del 2011. La riforma Fornero, che è attualmente la legge di riferimento nel campo del sistema pensionistico, tra le altre misure aveva disposto che nel 2019, per la maggior parte dei lavoratori (dipendenti e autonomi, pubblico impiego, settore privato e per i percettori dell’assegno sociale -l’ex pensione sociale-), l’età anagrafica per la pensione sarebbe arrivata a 67 anni unitamente ad un minimo di anzianità contributiva di 20 anni.

Q100 nei prossimi tre anni (2019-2021) consentirà ad alcuni dei lavoratori danneggiati dalla riforma Fornero di andare in pensione, a condizione che i lavoratori abbiano almeno 62 anni di età e un minimo di 38 anni di contributi versati: esclusivamente a queste condizioni  si raggiunge la “quota 100” (cioè la  somma: 62+38=100).

Q100 coesiste e si combina con altre misure già in vigore di pensionamento anticipato rispetto all’età anagrafica minima necessaria, come Opzione Donna e Ape Sociale (Anticipo Pensionistico Sociale), due misure che consentono di andare in pensione ad alcune categorie di lavoratori e a particolari condizioni contributive e di disagio familiare.

Per maggiori dettagli sui tipi di pensione in vigore su cui interviene il Decreto Legge vedere il capitolo 1 degli Approfondimenti

Il D.L. con Q100:

ha reintrodotto per i tre anni 2019-2021 a titolo sperimentale la quota come criterio per andare in pensione ma limitandola alle condizioni di età e anzianità contributiva suddetta;       

ha sospeso retroattivamente, dal 1° gennaio 2019 e fino al 2026, l’innalzamento dell’età anagrafica minima necessaria per andare in pensione anticipata connesso con l’aumento delle aspettative di vita della popolazione rilevate dall’ISTAT. Infatti secondo la riforma Fornero, a partire dal 2019, gli innalzamenti dell’età anagrafica minima necessaria sarebbero scattati ogni due anni (2021, 2023, 2025 e via di seguito), innalzando automaticamente anche l’anzianità contributiva minima necessaria (per fare un esempio,  nel 2019 sarebbero occorsi 43 anni e 3 mesi di anzianità contributiva e nel 2021 sarebbero diventati 43 anni e 6 mesi);

ha ridotto di 5 mesi l’anzianità contributiva necessaria per l’accesso alla pensione anticipata, indipendentemente dall’età anagrafica: ora agli uomini occorrono 42 anni e 10 mesi e alle donne 41 anni e 10 mesi (anziché, come detto sopra, 43 anni e 3 mesi per gli uomini e  42 anni e 3 mesi per le donne, necessari se fosse rimasta in vigore la Fornero);

ha ridotto i tempi delle “finestre di uscita”. La finestra è il tempo che passa tra la data in cui il lavoratore che ha maturato il diritto di andare in pensione, smette di lavorare e la data in cui inizia a ricevere l’assegno della pensione. La riforma Fornero ha imposto finestre che andavano da 12 a 18 mesi, con il D.L. vanno da 3 a 6 mesi. Quindi, i lavoratori che nei tre anni 2019-2021 avranno i requisiti per andare in pensione con Q100, potranno ricevere l’assegno un po' prima di quanto imponeva la riforma Fornero.

Potranno usufruire di Q100 i seguenti gruppi di lavoratori:

- Il primo gruppo è composto dai lavoratori del settore privato, dipendenti e autonomi, che hanno maturato i requisiti minimi richiesti al 31 dicembre 2018. Questi  ricevono l’assegno della pensione dal 1° aprile 2019 (cioè dopo 3 mesi dalla maturazione del diritto);

- Il secondo gruppo è composto dai dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti minimi entro il 29 gennaio 2019. Questi ricevono l’assegno della pensione dal 1° agosto 2019 (cioè dopo 6 mesi).

Tra i dipendenti pubblici, regole particolari valgono per i lavoratori del comparto scuola (docenti, personale ATA-Assistente Tecnico-Amministrativo, dirigenti scolastici) e dell’AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale), la cui attività è legata alla  garanzia di continuità dell’anno scolastico. Essi ai termini della legge vigente specificamente per il comparto scuola, devono presentare la domanda per la pensione entro il dicembre dell’anno scolastico durante il quale maturano il diritto. Il D.L, ha dato loro la possibilità di usufruire di Q100, posticipando al 28 febbraio 2019 la data di presentazione della domanda (quindi oltre i termini stabiliti per questo settore). Il personale scolastico accede alla pensione e gode dell’assegno economico all’inizio dell’anno scolastico (1° settembre 2019) o accademico (1° novembre 2019).

Poiché le assunzioni di dipendenti pubblici sono bloccate (in nome del contenimento della spesa pubblica), il D.L. fa fronte agli effetti del pensionamento anticipato di dipendenti pubblici derivante dal D.L.:

-  con l’introduzione di deroghe al blocco delle assunzioni: ha disposto che il personale scolastico, sia statale che degli enti locali, sarà subito rimpiazzato assumendo una parte degli storici precari della scuola (attingendo dalle graduatorie esistenti);

- con concorsi pubblici nei prossimi tre anni per assumere nella Pubblica Amministrazione (in particolare: Amministrazione Giudiziaria, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Servizio Sanitario Nazionale ed enti locali).

L’assenza di copertura economica per l’assunzione di nuovi lavoratori a fronte di quelli che vanno in pensione, è uno dei motivi per cui restano esclusi da Quota 100 alcune categorie: ad. es. resta fuori il personale delle Forze di polizia e polizia penitenziaria, del Corpo dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza, il personale militare delle Forze Armate.

 

2. Cabina di regia e stato dell’attuazione

L’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) è la principale istituzione coinvolta nell’attuazione della misura, insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Le domande per godere di Q100 sono partite a fine gennaio 2019 e le prime erogazioni della pensione sono partite dal 1° aprile.  

L’INPS ha pubblicato il 13 maggio i dati sulle domande di accesso a Q100 pervenute all’INPS: sono 131.843, di cui 47.787 domande sono di lavoratori dipendenti del settore privato e 43.167 domande sono dei dipendenti pubblici gestiti dall’INPS.

Quanto alla distribuzione per età dei richiedenti, 46.209 sono domande di lavoratori fino a 63 anni, 59.444 da 63 a 65 anni, 26.190 oltre i 65 anni.

Delle 131.843 domande, 121.750 sono arrivate tramite patronati e 10.093 direttamente all’INPS per via telematica.

 

3. Principali temi del dibattito politico su Q100

I temi centrali del dibattito politico, sollevati soprattutto dai partiti delle Larghe Intese, riguardano il fatto che, diversamente da quanto annunciato, il Decreto Legge:

- non smonta la riforma Fornero: sono molti gli aspetti restrittivi a danno dei lavoratori imposti dalla riforma Fornero che restano in piedi. Oltre a quelli già indicati, per i dipendenti pubblici il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e di Fine Servizio (TFS) continua a venir corrisposto in base alla riforma Fornero, cioè 24 mesi dopo che il lavoratore matura la pensione per vecchiaia, quindi  a 67 anni: questo significa che i dipendenti pubblici che usufruiranno di Quota 100 riceveranno il TFR/TFS dopo circa 7 anni! Il D.L. però “permette”, nell’attesa di ottenere il TFR/TFS, di presentare una richiesta di finanziamento, ma per non più di 30.000 euro e da restituire con interessi;

- penalizza le donne, perché in generale la percentuale di donne che a 62 anni di età, ha 38 anni di anzianità contributiva è decisamente minore rispetto agli uomini, per via della carriera lavorativa più discontinua (ad es. causa maternità).  Il D.L. non ha concesso che a ogni figlio corrispondesse un anno di anzianità contributiva come chiesto dai sindacati di regime. Per le donne ha però prolungato nel triennio 2019-2021 la pensione anticipata Opzione Donna che doveva cessare il 31 dicembre 2018: questa opzione consente di andare in pensione con 35 anni di anzianità contributiva a 58 anni alle lavoratrici dipendenti (però il primo assegno lo ricevono 12 mesi dopo) e a 59 anni alle lavoratrici autonome (però il primo assegno lo ricevono 18 mesi dopo).

 

Rimandiamo agli Approfondimenti su Quota 100 per:

1. Tipi di pensione

2. Le principali riforme del sistema pensionistico in Italia a partire dagli anni ‘80

3. La “cabina di regia” di Quota 100 e informazioni sull’INPS